Rischi strategici: l’accertamento del danno da discredito commerciale

Rischi strategici: l’accertamento del danno da discredito commerciale

Il danno non patrimoniale da lesione alla reputazione commerciale, deve essere accertato in relazione a due aspetti: “a) se ed in che misura il fatto illecito abbia nuociuto alla serenità degli amministratori della persona giuridica che afferma di essere stata danneggiata, e quindi di rimbalzo sulla società stessa; b) se ed in che misura il fatto illecito abbia nuociuto all’immagine pubblica della persona giuridica.” Detti pregiudizi non patrimoniali, inoltre, per essere risarcibili, devono superare una soglia minima di tollerabilità, ovviamente ben più elevata per le società commerciali rispetto alle persone fisiche, per evitare di ristorare come danni dei semplici fastidi o disagi. Le osservazioni sul tema, da parte della Cassazione Civile n.13264/2020, hanno ribadito il conforme orientamento giurisprudenziale, per cui l’attribuzione del risarcimento del danno deve consistere in fatti di tangibile gravità e ricordato alcune decisioni sull’argomento. A tal riguardo: “.. Cass. civ. n.11446/2017, avente ad oggetto una ipotesi di danno non patrimoniale causato dal delitto di corruzione; è il caso di Cass. civ. n.20643/2016, ……….., avente ad oggetto il risarcimento del danno non patrimoniale in favore d’una grande società commerciale, diffamata per mezzo della televisione, dopo che in un telegiornale a diffusione nazionale era stata data la falsa notizia … Continua a leggere...
Rischi strategici: il marchio – contraffazione, nullità e azioni di tutela

Rischi strategici: il marchio – contraffazione, nullità e azioni di tutela

La Cassazione Civile n.4771/2018, in tema di accertamento della contraffazione del marchio e di risarcimento del danno, ha ripercorso le vicende normativo-giurisprudenziali sull’argomento, ricordando quanto affermato dalle Sezioni Unite Cass. civ. n.13570/2016: “… il marchio comunitario è il segno distintivo di un prodotto o di un servizio valido per tutti i paesi dell’Unione – nel marchio internazionale il rilascio, ai sensi dell’accordo di Madrid, avviene a seguito di una procedura unificata di deposito che sfocia nel conferimento di una pluralità di distinti marchi nazionali che producono, in ciascuno Stato gli stessi effetti della domanda di registrazione di un marchio nazionale che fosse ivi direttamente depositato. Il presupposto essenziale perché si possa procedere al deposito di un marchio internazionale è l’esistenza di un marchio nazionale che sia stato registrato nello Stato di origine, quale Stato membro dell’accordo di Madrid; tra il marchio nazionale di base ed il marchio internazionale sussiste dunque un rapporto di interdipendenza, dovendo quest’ultimo essere identico al marchio nazionale di base (onde qualora il marchio nazionale sia dichiarato nullo per qualsiasi motivo o anche solo venga ritirato, automaticamente viene meno il corrispondente marchio internazionale).Le Sezioni unite hanno precisato, inoltre, che se un “marchio” dà luogo ad una moltitudine … Continua a leggere...
Rischi strategici: il diritto di privativa industriale – risarcimento, retroversione ed onere della prova

Rischi strategici: il diritto di privativa industriale – risarcimento, retroversione ed onere della prova

Tre, i principi di diritto enunciati da Cass. civ. n.21832/2021 in tema di diritto di privativa nella proprietà industriale, per quanto concerne: il risarcimento del danno, la retroversione e l’onere della prova. Il primo, «In tema di proprietà industriale, il titolare del diritto di privativa che lamenti la sua violazione ha facoltà di chiedere, in luogo del risarcimento del danno da lucro cessante, la restituzione (c.d.”retroversione”) degli utili realizzati dall’autore dell’illecito, con domanda proposta ai sensi dell’art.125, c.p.i. (codice della proprietà industriale), senza che sia necessario allegare specificamente e dimostrare che, agli utili realizzati dal contraffattore, sia corrisposto un mancato guadagno da parte sua»; il secondo: « In tema di proprietà industriale, il titolare del diritto di privativa che lamenti la sua violazione ha facoltà di chiedere, in luogo del risarcimento del danno da lucro cessante, la restituzione (c.d. “retroversione”) degli utili realizzati dall’autore della violazione, con apposita domanda ai sensi dell’art.125, c.p.i., senza che sia necessario allegare specificamente e dimostrare che l’autore della violazione abbia agito con colpa o con dolo.»; il terzo: «In tema di proprietà industriale, l’onere della prova circa la sussistenza della contraffazione di un diritto in privativa, ai sensi dell’art.121, comma 1, c.p.i., grava sul … Continua a leggere...