A chi spetta l’onere della prova nel danno da insidie stradali?

A chi spetta l’onere della prova nel danno da insidie stradali?

Il danno da insidia stradale è da diversi anni oggetto di innumerevoli controversie negli uffici giudiziari italiani. Per tale motivo, risulta particolarmente copiosa la produzione giurisprudenziale al riguardo. Dalle pronunce dei giudici che si sono susseguite nel tempo, la dottrina ha cercato di estrarre gli orientamenti principali, al fine di definire in maniera univoca i contorni della materia, con riguardo ai suoi aspetti fondamentali. Si è, pertanto, cercato di dare una definizione esauriente di insidia stradale e nel contempo di inquadrare nella maniera più corretta la responsabilità dell’ente proprietario della strada, quando si verifichi un danno in corrispondenza di un’anomalia della stessa.In virtù di questi studi, possiamo oggi definire l’insidia come il pericolo non visibile e non prevedibile presente sulla strada, mentre, riguardo alla responsabilità dell’ente proprietario, si è registrato negli anni scorsi un significativo cambio di orientamento dei giudici nostrani. Inizialmente, infatti, si tendeva a considerare la responsabilità dell’ente come extracontrattuale, ex art.2043 c.c.. Di conseguenza, era a carico del danneggiato l’onere di fornire la non facile prova della colpa dell’amministrazione proprietaria. Dopo due pronunce spartiacque della Cassazione civile n.298/2003 e n.488/2003 , invece, si è definitivamente affermata la tesi secondo cui l’ente proprietario risponde dei danni verificatisi sulla … Continua a leggere...
Odontoiatra: la responsabilità contrattuale, l’onere probatorio e l’inadempimento

Odontoiatra: la responsabilità contrattuale, l’onere probatorio e l’inadempimento

Secondo i principi della costante giurisprudenza di Cassazione, se viene dimostrata la complessiva negligenza medica relativamente all’opera prestata dal medico curante, subita nell’arco di tempo in cui il paziente è stato sottoposto alle sue cure, idonea a determinare un aggravamento delle condizioni di salute della persona, secondo il principio di causalità adeguata, sarebbe stato onere del medico provare il contrario. Provare, quindi, che le cure dal medesimo effettuate sul paziente, per quanto inutili sul piano del recupero della funzionalità dell’apparato dentario coinvolto, e comunque denotanti una sua complessiva negligenza sotto il profilo dell’ars medica, non abbiano avuto alcun impatto sulla salute della persona rispetto alle condizioni pregresse di salute che egli stesso aveva potuto sin dall’inizio constatare e apprezzare. Deve valutarsi, pertanto, in tema di prova della responsabilità contrattuale ascrivibile a comportamento negligente del medico e di causalità giuridica, quanto accertato dal CTU in relazione ai lavori di implantologia effettuati dal medico curante sotto il profilo della diligenza medica, nonché causativi di un aggravamento delle condizioni di salute della persona. Le osservazioni della Cassazione Civile n.5128/2020 hanno ripercorso i consolidati orientamenti sul tema, come segue: – per la responsabilità contrattuale, “ove sia dedotta una responsabilità contrattuale della struttura sanitaria per … Continua a leggere...
La transazione non costituisce prova dell’entità del danno

La transazione non costituisce prova dell’entità del danno

Si sosteneva che l’accordo raggiunto tra Assicurato ed Assicuratore circa la misura dell’indennizzo non potesse costituire prova del valore della merce sottratta. Nel caso di specie, era assicurata una partita di oggetti di antiquariato, a copertura del rischio di perdita durante il trasporto e tale merce veniva, poi, trafugata durante il viaggio. 
L’Assicuratore, quindi, indennizzava l’Assicurato e si surrogava nei diritti di quest’ultimo nei confronti del trasportatore che eccepiva di non conoscere il valore della merce trasportata e che, comunque, il vettore era tenuto a rispondere nei limiti di cui all’art.1696 c.c.. Una parte della refurtiva era stata, comunque, recuperata e venduta dal proprietario, con conseguente diminuzione del danno risarcibile e l’Assicuratore, infine, non aveva validamente dimostrato il reale valore della merce andata perduta e di conseguenza la congruità dell’indennizzo pagato all’Assicurato. Sul tema, la Cassazione Civile n.21218/2022 affermava: “Nel giudizio di surrogazione proposto dall’assicuratore nei confronti del terzo responsabile, quest’ultimo può opporre all’assicuratore tutte le eccezioni che avrebbe potuto opporre al danneggiato, e per converso l’assicuratore assume la medesima posizione che, in un giudizio di danno, avrebbe assunto l’attore-danneggiato. Era dunque onere dell’assicuratore provare l’esistenza e l’entità del danno, dimostrazione che non può essere fornita mediante l’esibizione dell’accordo transattivo … Continua a leggere...
R.C.A.: quando e come il terzo trasportato non viene risarcito dall’assicuratore

R.C.A.: quando e come il terzo trasportato non viene risarcito dall’assicuratore

Come ricordato da Cass. civ. n.15982/2023, “..in tema di assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore, in conformità a quanto stabilito dalle direttive 84/5/CEE e 90/232/CEE così come interpretate nella giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea (Corte Giustizia, 1 dicembre 2011, Churchill Insurance/Wilkinson), secondo il principio solidaristico ……, la vittima trasportata ha sempre e comunque diritto al risarcimento integrale del danno, quale ne sia la veste e la qualità, non potendo l’assicuratore avvalersi per negare il risarcimento di disposizioni legali o di clausole contrattuali, ivi comprese quelle che escludono la copertura assicurativa nelle ipotesi di utilizzo del veicolo da parte di persone non autorizzate o prive di abilitazione alla guida.” L’unica eccezione è data dal trasportato “.. consapevole della circolazione illegale del veicolo, come è nel caso di rapinatori, terroristi o ladri, o quando il veicolo assicurato è condotto da una persona non autorizzata ed il passeggero, vittima dell’incidente, è a conoscenza del fatto che il mezzo è stato oggetto di furto.”. (vds. Cass. civ. n.12687/2015; Cass. civ. n.19963/2013; Cass. civ. n.13738/2020; Cass. civ. n. 34788/2021). L’onere probatorio della consapevolezza del difetto di assicurazione, dovuto alla circolazione contro la volontà del proprietario, come … Continua a leggere...